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Gianni Marsico, quarantasettenne pugliese della Murgia. La sua esperienza artistica cominica nel 1985 con una serie di lavori descrittivi del corpo, cerca però, già da allora, una analisi ed una descrizione del “caos”. Abbandona così i colori e comincia a sperimentare l’utilizzo della carta e di altri materiali dai quali prendono forma le sue opere più recenti.

 

Le opere di Gianni Marsico mettono sempre in gioco una interazione o piuttosto un confronto della realtà con l’immagine. Rifiutano di fermarsi, nella loro creazione, in una relazione ineguale e asettica con la fruizione. Ritornano così in mente le parole di Jochen Gerz:”… l’arte è fragilità".

 

Numerosi sono anche i riferimenti alle culture “altre” dalle quali trae insegnamento e ispirazione. A tutto ciò è anche riferito il tema che ha dato il  titolo alle sue ultime esposizioni: “la stranezza di un cielo che non è il tuo”. Il riferimento a Cesare Pavese mette a nudo la realtà spesso inquieta di un pugliese senza appartenenze, non solo geografiche. Appartenenze intime invece sono quelle dei suoi altri “cieli”. Le sue opere. Il suo sguardo su di essi.

 

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